I sintomi dell’artrosi
Dopo l’insorgenza di lesioni cartilaginee, il paziente inizia ad avvertire dolore articolare e rigidità, con una conseguente progressiva limitazione nelle attività della vita quotidiana e nel cammino. In alcuni casi l’artrosi in fase avanzata può portare a deformità delle articolazioni colpite, con un ulteriore peggioramento del dolore. Quest’ultimo è persistente e spesso tende a peggiorare, in particolare quando l’articolazione artrosica è sovraccaricata. In corrispondenza di alcune parti del corpo, il dolore derivante dall’artrosi peggiora quando la struttura è sollecitata o quando si esercita una compressione diretta. Le parti colpite più di frequente da artrosi sono il ginocchio (gonartrosi), l’anca (coxartrosi), la colonna vertebrale (artrosi cervicale o lombare), la spalla e le articolazioni delle mani.Fattori di rischio e di predisposizione
I fattori che determinano l’artrosi sono diversi, primi fra tutti l’invecchiamento e la predisposizione familiare, ma alcune persone possono sviluppare questa patologia a causa di alterazioni del metabolismo causate, ad esempio, da disfunzioni ormonali. Il principale fattore di rischio è il sovraccarico biomeccanico, derivante da un peso eccessivo che l’articolazione deve sostenere (come in caso di sovrappeso e obesità) o da sollecitazioni meccaniche scorrette o sbilanciate. Ci sono poi alcune alterazioni strutturali dello scheletro, come ad esempio la scoliosi o il ginocchio valgo, che possono determinare una distribuzione scorretta del carico sulle articolazioni, con la possibilità che insorgano degenerazioni artrosiche. Le articolazioni possono subire un sovraccarico anche durante l’attività lavorativa o l’attività sportiva, soprattutto se richiedono posture fisse mantenute a lungo o movimenti ripetuti e continui.Le tipologie di artrosi
L’artrosi può interessare una sola articolazione oppure, più spesso, coinvolgerne diverse. Se le cause scatenanti interessano l’intero organismo sono generalmente coinvolte più articolazioni e l’artrosi è definita primitiva. Se, invece, è insorta in conseguenza di traumi avvenuti in passato, scorretto allineamento delle strutture ossee, deformità delle articolazioni, infiammazioni locali o altre patologie, si parla di artrosi secondaria.La diagnosi e il trattamento dell’artrosi
La valutazione clinica è fondamentale per la diagnosi dell’artrosi e può essere supportata da una radiografia delle articolazioni interessate. L’esame radiografico di un’articolazione con artrosi evidenzia alcuni elementi peculiari, come:
- la riduzione della rima articolare (lo spazio tra le strutture ossee che formano l’articolazione);
- l’addensamento osseo in corrispondenza della cartilagine deteriorata;
- la possibile formazione di osteofiti (“becchi” ossei sui margini dell’articolazione) o geodi (cavità nell’osso vicino alla cartilagine danneggiata).
Il trattamento prevede il controllo dei sintomi con la somministrazione di antidolorifici, l’infiltrazione di farmaci nelle articolazioni interessate, le terapie fisiche o la fisioterapia. Anche l’attività educazionale è molto importante, soprattutto per spiegare al paziente quali sono le posizioni o i movimenti che determinano un carico eccessivo sulle articolazioni, insegnandogli come evitarli o correggerli. Sempre per ridurre il carico sulle articolazioni è consigliabile perdere peso e limitare gli spostamenti di carichi pesanti. In caso di artrosi avanzata, quando il dolore non è più controllabile con i farmaci e sono presenti gravi limitazioni nei movimenti, è possibile prendere in considerazione l’intervento chirurgico, sottoponendosi a una visita ortopedica. Infatti, alcune articolazioni, come l’anca e il ginocchio, se gravemente danneggiate dall’artrosi, possono essere sostituite con delle protesi articolari.