Disfagia, da un punto di vista etimologico, significa “alterazione del mangiare”: infatti, questo disturbo è dovuto a un’alterazione del processo di deglutizione che causa difficoltà nel mangiare.
L’atto del deglutire permette il trasporto del bolo alimentare o di un liquido, dalla bocca alla faringe e all’esofago, fino allo stomaco. Mentre il fisiologico processo di deglutizione è regolare e coordinato, con il coinvolgimento di una serie di contrazioni neuromuscolari volontarie e involontarie, nei casi di disfagia il processo di deglutizione segue fasi irregolari e scoordinate.
Come funziona la deglutizione?
La deglutizione è suddivisa in fasi distinte con funzioni specifiche (orale, faringea ed esofagea): con la compromissione delle fasi sopracitate, si giunge alla sintomatologia disfagica, con tratti specifici a seconda della fase interessata.
La fase orale si divide in:
- preparatoria (con la lavorazione del bolo alimentare per renderlo ingeribile);
- propulsiva, o di transito (in cui il materiale ingerito passa dalla bocca all’orofaringe in circa 1 secondo se liquido, 5-10 secondi se solido: quest’ultimo richiede più tempo dovendosi accumulare nell’orofaringe).
La fase faringea prevede una serie di movimenti anatomici (palato molle che si alza, osso ioide che si muove in alto e in avanti, ecc.) e l’apertura dello sfintere esofageo superiore, che si chiude quando la fase si conclude.
Nella fase esofagea, il bolo alimentare procede verso il basso attraverso la peristalsi (grazie a onde di processione muscolari dall’alto al basso), fino allo stomaco: lo sfintere esofageo inferiore, alla fine del processo, si chiude per prevenire il reflusso gastroesofageo.
La disfagia nell’anziano: le cause principali
Con l’avanzare dell’età, aumenta la prevalenza della disfagia: l’alterazione dei normali aspetti della deglutizione implica un aumento dei tempi di transito faringeo e orale, una diminuzione del controllo intraorale del bolo alimentare e una maggiore possibilità che i residui alimentari rimangano all’interno della faringe.
Le cause principali nell’anziano sono: edentulia (scarsa dentatura), atrofia linguale, diminuzione di gusto e olfatto, alterazione del tono muscolare, con aumento della lassità dei legamenti, ecc.
Non vanno escluse a priori neanche le cause neoplastiche, così come la disfagia come esito di ictus cerebrale, oppure legata a demenza, malattia di Parkinson, malattie neurodegenerative, reflusso gastroesofageo (già nell’adulto), ecc.
Vi sono inoltre situazioni congenite che provocano disfagia, come la paralisi cerebrale (dell’infanzia) e il labbro leporino.
I sintomi della disfagia
I sintomi della disfagia possono essere:
- tosse o senso di soffocamento quando si beve o si mangia (nell’anziano, se ripetuta, potrebbe portare a una polmonite da aspirazione, detta “ab ingestis”, dovuto all’erroneo ingresso dell’alimento nella trachea fino a raggiungere il polmone);
- sensazione di cibo bloccato in gola o nell’esofago;
- salivazione abbondante;
- incapacità di masticare correttamente gli alimenti.
La persistenza di questi sintomi deve spingere il paziente a consultare il medico curante, specie nei casi di peggioramento della sintomatologia o di perdita di peso causato da difficoltà ad alimentarsi in modo corretto.
Disfagia: diagnosi e rimedi
La diagnosi di disfagia passa da una valutazione dello specialista gastroenterologo e neurologo che si potrà avvalere di esami come endoscopia naso-faringea, radiografia esofago baritato ed esofagogastroscopia.
Il trattamento della disfagia è legato alle cause che la provocano: se si tratta di una disfagia da reflusso gastroesofageo, il trattamento si basa su inibitori di pompa protonica. Se il problema è legato a una forma neurologica, il trattamento è specifico per la causa che ha portato alla disfagia. Specificamente nell’esito di ictus cerebrale, la terapia è riabilitativa, come nella demenza e nella malattia di Parkinson. In ogni caso, è sempre bene riferirsi al medico curante, che saprà indirizzare il paziente verso lo specialista più adatto.
Fonti
Brady, A., Managing the patient with dysphagia, Home Healthcare Nurse, volume 26, issue 1, pages 41–48. 2008.
https://doi.org/10.1097/01.NHH.0000305554.40220.6dDodrill, P., Gosa, M.M., Pediatric dysphagia: Physiology, assessment, and management., Annals of Nutrition and Metabolism, 66, pages 24–31, 2015.
https://doi.org/10.1080/10408398.2016.1242476